In altri articoli del nostro sito abbiamo potuto conoscere cosa sia, per un consumatore di musica, il diritto di effettuare copie private (illimitate) di un prodotto legalmente acquistato per uso personale e come tale possibilità “casalinga”, che evita al consumatore di acquistare un brano musicale per ciascuna periferica di utilizzo, preveda una retribuzione per gli aventi diritto attraverso il meccanismo del prelievo di una somma, individuata per decreto ogni 3 anni, sui supporti o sulle memorie di massa che possono contenere musica. Ci siamo quindi ripromessi di spiegare come tali somme (che per il 2012 ammontano a oltre 60 milioni di euro) vengano poi raccolte e distribuite agli aventi diritto, sfatando quelle solite leggende metropolitane che fanno male al nostro settore.
Innanzitutto è bene ricordare che il compenso da copia privata per uso personale viene incassato, per scelta del legislatore, per conto di tutti gli aventi diritto (autori e compositori, editori musicali, produttori fonografici e artisti interpreti ed esecutori) da SIAE, che funge da sportello unico. SIAE quindi rispetto a tale diritto rappresenta, nei confronti dei produttori di apparecchi e di memorie di massa, tutta la filiera della musica. A fronte dell’attività di accertamento, contenzioso, raccolta, rimborsi per usi professionali, SIAE trattiene un rimborso spese generale, dalla stessa determinato di anno in anno, pari a circa il 7% di quanto incassato. La somma rimanente viene suddivisa tra copia privata audio (cioè riferita all’uso di fonogrammi) e copia privata video (cioè riferita all’uso di opere cinematografiche).
Con riferimento alla copia privata audio, la legge prevede che il 50% di tale quota venga ripartito agli autori e agli editori musicali: questa è una operazione che compie SIAE, essendo proprio la struttura più adatta per farlo (è la sua mission) e avendo già tra i propri mandanti/iscritti la maggior parte della categoria. L’altra metà viene complessivamente destinata per legge ai produttori fonografici e agli artisti interpreti ed esecutori.
Quanto alla copia privata video, invece, la legge prevede che il 30% di tale quota venga ripartito agli autori e agli editori musicali, mentre la restante parte viene divisa tra i produttori originari delle opere audiovisive (le case cinematografiche), i produttori dei videogrammi (le case produttrici di home video DVD e Blu-ray) e gli artisti interpreti ed esecutori (attori e doppiatori).
Il criterio col quale viene fatta la ripartizione dei compensi tra gli autori e gli editori musicali in SIAE viene deciso ogni anno dalla categoria stessa tramite i propri organi sociali (Consiglio di Gestione su parere della Commissione Musica), così come ogni altro criterio di ripartizione della SIAE.
È evidente tuttavia che non è possibile conoscere con esattezza cosa si sono copiati gli italiani nel corso di un anno (e comunque sarebbe antieconomico scoprirlo): in questo caso, come in altri, la categoria cerca delle regole probabilistiche (le ripartizioni supplementari o i c.d. “calderoni”) per dividere queste somme. Non sono criteri perfetti, certo, ma non c’è alternativa: quelle somme in un modo o nell’altro vanno distribuite, la SIAE non può trattenerle, deve darle ai propri mandanti.
Secondo voi cosa si saranno copiati gli italiani quest’anno? Con quale criterio dividereste tali somme?
Attualmente (cioè con riferimento all’anno di competenza 2012, l’ultimo messo in ripartizione) il riparto della quota di copia privata audio è il seguente:
– il 50% dell’importo da dividere viene ripartito proporzionalmente a tutti gli aventi diritto (autori/editori musicali iscritti e mandanti e alle società consorelle) in rapporto al rendicontato analitico per la voce “Supporti Fono Italia” con le ripartizioni del periodo di competenza (Proporzionale Dischi Italia) e cioè sulla base dei prodotti musicali “pubblicati” (sarebbe più corretto dire stampati o venduti, a seconda del contratto che il produttore fonografico ha con SIAE) in Italia in quell’anno;
– il 20% dell’importo da dividere viene ripartito proporzionalmente a tutti gli aventi diritto in rapporto al rendicontato analitico per la voce “Radiofonia” con le ripartizioni del periodo di competenza (Proporzionale Radiofonia), cioè in proporzione ai passaggi radiofonici avuti nelle emittenti che fanno rendicontazione analitica (le più grosse per capirci, per un elenco delle radio che rendicontano analiticamente è sufficiente guardare le avvertenze allegate alla ripartizione);
– il 5% dell’importo da dividere viene ripartito proporzionalmente a tutti gli aventi diritto in rapporto al rendicontato analitico di “Classe VI – Multimedialità” delle ripartizioni del periodo di competenza, cioè sulla base delle utilizzazioni di downloading, streaming e telefonia mobile, per capirci;
– il 25 % dell’importo da dividere viene ripartito proporzionalmente a tutti gli aventi diritto in rapporto alle somme rendicontate a ciascuno in via analitica con le ripartizioni del periodo di competenza (Proporzionale Generale), cioè sulla base degli incassi avuti da ciascun brano da SIAE nel corso di quell’anno.
Quanto alla copia privata Video, con riferimento alla Sezione Musica il criterio è il seguente:
– il 50% dell’importo da dividere viene ripartito proporzionalmente a tutti gli aventi diritto in rapporto al rendicontato analitico di ciascuno per la voce “Supporti Video Italia” con le ripartizioni del periodo di competenza (Proporzionale Supporti Video Classe V), cioè sulla base dei prodotti audiovisivi “pubblicati” in quell’anno;
– il 30% dell’importo da dividere viene ripartito proporzionalmente a tutti gli aventi diritto in rapporto al rendicontato analitico per opere utilizzate in TV (Classi II e III) con le ripartizioni del periodo di competenza (Proporzionale TV), cioè in proporzione ai passaggi televisivi avuti nelle emittenti che fanno rendicontazione analitica (anche qui le più grosse per capirci, per un elenco si vedano le avvertenze allegate alla ripartizione);
– il 20% dell’importo da dividere viene ripartito proporzionalmente a tutti gli aventi diritto in rapporto alle somme rendicontate a ciascuno in via analitica con le ripartizioni del periodo di competenza (Proporzionale Generale), cioè sulla base degli incassi avuti da ciascun brano da SIAE nel corso di quell’anno.
Come in tutti i criteri di ripartizione a “trascinamento”, l’opera che, nell’anno di competenza, ha avuto maggiore utilizzazione nelle tipologie di utilizzo sopra elencate, si trascinerà dietro anche la maggior parte dei compensi di copia privata audio, in quanto, probabilmente, più copiata per l’uso personale: così avviene proporzionalmente per ciascuna opera sino all’opera musicale che ha avuto gli incassi più esigui.
È evidente che la ripartizione premia le opere più usate in un anno non gli autori più famosi (diceria da sfatare): è sufficiente controllare il proprio rendiconto SIAE, alla voce RSS Copia privata audio o video, per vedere a quanto ammonta la propria quota. Si ricorda che per effettuare tale ripartizione agli autori ed editori musicali della Sezione Musica, SIAE trattiene, a copertura dei propri costi, un ulteriore aggio del 3%.
Non tutti sanno invece che sull’importo disponibile per la Sezione Musica per ciascun anno viene mantenuta in sospeso cautelativamente per 5 anni una quota del 5% destinata a far fronte a eventuali richieste di non iscritti alla Società. Allo scadere del 5° annuo tale quota viene liquidata con le modalità deliberate per l’anno di competenza, al netto delle somme eventualmente corrisposte nel frattempo ad aventi diritto non iscritti.
L’aumento del compenso di copia privata per uso personale avvenuto quest’anno per opera del Ministro Franceschini, che abbiamo tanto difeso nei nostri articoli precedenti, dovrebbe conseguentemente portare, nei prossimi anni, ad un aumento di tale compenso nelle tasche degli autori e degli editori musicali.
In altri articoli spiegheremo come vengono ripartiti i compensi di copia privata tra i produttori fonografici e, successivamente, agli artisti interpreti ed esecutori: così finalmente, il quadro sarà completo.
(questo articolo appare anche in “Chitarre” novembre/dicembre 2014)